Ascolto comparato 1° tempo

In questa pagina è possibile comparare le due versioni, osservando allo stesso tempo lo spartito della parte del violoncello

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Analisi delle due interpretazioni

Alla battuta 87, l’attacco: drammatico e passionale quello della Walewska, netto e misurato quello di Rostropovič;

Si prosegue con le stesse caratteristiche da ambedue le parti, ma già i trilli delle battute 103 – 109 confermano la enorme differenza tra i due interpreti: mentre Rostropovič li esegue piatti e perfetti, la Walewska ne accentua volutamente le differenze, addirittura cambiando la velocità del trillo e dando spessore inusitato ai “crescendo” segnalati sulla partitura.

Quando poi si giunge agli “spiccato” di batt.110-119, allora si sente l’inutilità di farli asettici e impeccabili (R), e il conseguente avvincente stupore di sentirli invece come “rubati” e via via affrettati (W)…

…quasi per comunicare l’ansia drammatica di giungere, dopo i riposi riflessivi e intensi delle battute 115, 117 e 119, fino all’intimo e violento appello della battuta 120, il cui primo movimento ci percuote dandoci un brivido fortissimo (W), oppure ci carezza languidamente tentando di quietarci (R).

E quanto differente la enunciazione degli archetipi domanda-risposta (battute 128 – 131), generati da un dubbio esistenziale profondo (W), o come volutamente prolungati quasi per spezzarne l’emozione (R).

Ed eccoci al secondo tema, quello dell’amore, che Dvoràk non poteva riascoltare senza profondo coinvolgimento e commozione: se avesse udito l’interpretazione intensissima e accorata (e in alcuni passi quasi disperata) della Walevska (W), sarebbe svenuto! Invece, Rostropovitch ci presenta un tema riflessivo e semplicemente commosso (R) che stranamente viene rallentato (quasi a smorzarne consciamente la passione), nelle battute 147-148…

…e sopratutto senza dare rilievo ai primi movimenti di batt. 150 e 152 (R), c he invece la Walewska addirittura urla con gli occhi dell’anima sbarrati (W).

Il Concerto prosegue senza sostanziali differenze (W) tra battuta 158 e battuta 192, se si eccettua, da parte di Rostropovič, l’esecuzione più brillante e “staccata” delle variazioni di commento (R) (battute 158-165), e più rapida e frettolosa delle quartine nelle battute 172-173 e 182, nonché delle biscrome di battute 186-190, che danno quasi un senso di ribellione anziché di introspezione come nella interpretazione della Walewska.

Mentre, la ripresa del violoncello (W) (battuta 224 e seguenti) viene da Rostropovitch maggiormente dilatata (R) con notevole espressività ma con minore senso drammatico;

e analogamente, la minuta sottolineatura del tema orchestrale compiuta tra la battuta 240 e la 256, è in Rostropovič un pianto sommesso, dolce, anche crescente, ma non tale da giustificare adeguatamente la violenta reazione delle battute 256-267 (R), mentre la Walewska dà un senso di eccezionale accoratezza fino alla battuta 249, che diviene vera e propria angoscia sempre più in aumento dalla battuta 250 a 255, tanto che l’esplosione di battuta 256 e seguenti appare addirittura fisiologicamente necessaria: questo è uno dei momenti di massima densità emozionale di tutto il Concerto, da Lei insuperabilmente presentato (W).

Analoga la ripresa del violoncello, dalla battuta 270 alla 283, che Rostropovič espone più lenta e contenuta, con una emotività volutamente repressa (R); è singolare la sua moderazione nel primo movimento della battuta 281, che invece la Walewska intensamente grida come momento finale di un crescendo emotivo prima di acquietarsi nelle battute 281 – 284 (W).

Le seguenti “variazioni” di commento (battute 285 – 292), analoghe a quelle delle battute 158 e seguenti, vengono fatte da Rostropovič in modo meno brillante di prima, quasi con un senso di ovvietà, che si comunica a tutta la frase successiva fino alla battuta 319, perché, in fondo, si tratta di sentimenti già vissuti ed espressi; e qui nettamente contrasta con la Walewska, che ci fa invece percepire come, all’interno del messaggio dell’intero primo tempo, questo momento è l’ultimo che ci viene concesso per esprimere quelle sensazioni, e quindi va adeguatamente e intensamente rievocato e vissuto; che dire poi dei “saltelloni” ineleganti di Rostropovitch nelle biscrome “strappate” delle battute 313 – 318?

Comunque, la ripresa della battuta 323, fino alla fine, viene da Lui condotta in modo dignitoso, anche se aleggia quasi un senso di liberazione da stati d’animo solo parzialmente condivisi (R), mentre per la Walewska è la conclusione luminosa di un cammino travagliatissimo, e come tale viene interpretata (W).